Occhi grandi e speranzosi, ventre gonfio d'aria, arti esili e impotenti: questa è l'immagine che più siamo abituati ad associare alla parola "FAME", l'immagine di un bambino che con il solo sguardo riesce a comunicare una richiesta d'aiuto e, nello stesso tempo, fa provare una grande vergogna.

Spesso infatti, in quegli stessi occhi che chiedono sostegno si riesce ad intravedere una grande dignità, una grande positività, una grande gioia di vivere e soprattutto, una grande riconoscenza. E' straordinario vedere come, nonostante quegli occhi non abbiano mai conosciuto l'abbondanza del cibo, siano grati di quel poco che hanno avuto. Gli occhi più insoddisfatti, infelici e irriconoscenti che incrociamo invece, sono spesso quelli di coloro che dalla vita hanno avuto tutto o comunque ciò che basta per condurre una vita decorosa. Da questo scaturisce la vergogna, è la vergogna che tutti dovremmo provare nel momento in cui ci lamentiamo di futilità, senza capire che ciò che conta davvero nella vita, la vita ce lo ha già dato.

Negli ultimi anni però, bisogna riconoscere che la situazione è cambiata. Coloro che prima si lamentavano senza un reale motivo, oggi lo fanno per la stessa ragione di coloro che, in una situazione di fame e povertà, ci sono nati e cresciuti. Già perchè il mondo è in CRISI. Crisi, quella terribile parola che nessuno vuole più sentire, ma che viviamo quotidianamente.
Il mondo è in crisi perchè si è ribellato alla nostra incapacità di fare gruppo, di aiutarci gli uni con gli altri. Questa crisi è scaturita dalla brama di denaro e potere, dagli individualismi, dal voler sempre e comunque avere di più, dal "tutto e subito", dal "voglio e lo avrò". Persino le recenti dimissioni del Pontefice Benedetto XVI hannofatto capire che alla base della crisi del mondo moderno vi è una profonda divisione, un forte menefreghismo nei confronti del prossimo.

Non ci guardiamo più negli occhi, non comunichiamo tra noi, non pensiamo a ciò che vogliamo per la comunità, ma a ciò che vogliamo per noi stessi.
Certo i buoni propositi ci sono, ma purtroppo non vi sono gli strumenti per realizzarli. Una delle più grandi sfide di questo periodo storico consiste nel riuscire a raggiungere i cosiddetti “Obiettivi del Millennio”, otto “semplici” propositi che da tempo il mondo declama senza poi portarli a termine.
Non a caso l’obiettivo prioritario rimane quello della FAME nel mondo. Si perchè una persona, senza la possilità di sfamarsi, è una pianta arida, è una macchina che non carbura, è un’impresa che non produce...ma come uscire da questa condizione?
Il momento storico in viviamo di certo non aiuta. Se la crisi alimentare era già sentita prima, ora, con l'arrivo della crisi economica, si è aggravata ancora di più. Ma ciò che fa ancora più paura è che il mondo, una volta superata la crisi economica, si possa dimenticare di intervenire per superare quella alimentare, che da molto più tempo costringe milioni e milioni di persone a vivere una vita senza futuro. Come intervenire allora? Continuando a parlare di questa situazione, aumentando gli interventi umanitari e guardando quegli occhi che chiedono aiuto dando una risposta concreta.