"Le donne sono la spina dorsale dell' economia rurale, specialmente nei Paesi in via di sviluppo. Nonostante questo ricevono solamente una porzione della terra, del credito,dei contributi (come per esempio sementi bonificate e fertilizzanti), della formazione in tema di agricoltura e delle informazioni se comparate con gli uomini.

Il potenziamento e l'investimento monetario nei riguardi delle donne dedite all'agricoltura ha mostrato un significativo aumento della produttività, ha dimostrato capacità di ridurre la fame e la malnutrizione e un potenziamento dei mezzi di sostentamento rurale.
E questo non sono per le donne, per tutti".
Il sito internet internazionale dedicato all'agricoltura http://www.farmingfirst.org/ apre con queste parole l' ampia sezione dedicata al ruolo della donna nella coltivazione della terra.
Il primo dato significativo con cui ci dobbiamo confrontare è la diseguaglianza di risorse a disposizione della popolazione femminile;ancora oggi,nel 2013, emerge un triste dato che fa capire come sia difficile essere donna e dedicarsi al lavoro della terra. Questa diseguaglianza è un errore non solo dal punto di vista strettamente etico ma anche in termini pratici e di risultato:togliere o negare pari risorse alle donne crea un danno sociale. Viene infatti a mancare una fetta di potenziale prodotto finale che contribuirebbe ad alleviare la piaga della malnutrizione - nel caso di Paesi in via di sviluppo afflitti in modo particolare da questa problematica e - in altri paesi darebbe una ulteriore spinta all'economia e alla produzione agricola. Si stima che se le donne avessero a disposizione le stesse risorse dei colleghi agricoltori sarebbero in grado di ottenere lo stesso rendimento e l' intera produzione agricola dei paesi in via di sviluppo aumenterebbe dal 2.5% al 4%.
Quest' ultima considerazione da modo di affrontare il secondo punto cruciale:che cosa è accaduto dove si è incentivata l' agricoltura femminile?I dati fin qui raccolti sono incoraggianti. Sia che si tratti di Paesi in via di sviluppo, sia che si tratti di contesti con situazioni economiche e sociali differenti si registra una maggiore attenzione e una maggiore sensibilità verso il ruolo e la potenzialità del lavoro femminile.
A questo proposito si registra un esempio positivo in Italia;nelle campagne toscane una impresa agricola su 3 è gestita da donne. Cosa ancora più significativa è che queste imprese hanno dimostrato maggiore capacità di resistenza alla crisi economica grazie alla capacità di diversificare la produzione in modo efficace a all'approccio multiforme al tema.
Questi dati dimostrano che i piccoli passi fatti nella direzione di una agricoltura più "women friendly" possano essere la giusta chiave per un cambiamento sostanziale e sostenibile. Non sprechiamolo.