Ogni anno il nostro Paese impiega 150mila tonnellate di pesticidi. Una nuvola di sostanze tossiche che rappresenta il 30% dell’intero consumo europeo.
A livello internazionale, la Fao lancia un appello: "I pesticidi altamente tossici dovrebbero essere ritirati dai paesi in via di sviluppo"

Ogni anno il nostro Paese impiega 150mila tonnellate di pesticidi. Una nuvola di sostanze tossiche che rappresenta il 30% dell’intero consumo europeo. Una deriva cui si rivolge il “Manifesto contro i pesticidi” lanciato dal Coordinamento delle realtà associative contro i pesticidi (Cnpng). L’obiettivo,tutelare salute e biodiversità attraverso cibi sani e biologici.

Mobilitazione anche a livello internazionale. La Fao lancia un appello: "I pesticidi altamente tossici dovrebbero essere ritirati dai paesi in via di sviluppo"

"Il tragico incidente avvenuto in Bihar, India, in cui 23 bambini hanno perso la vita dopo aver mangiato un pasto contaminato con il monocrotophos", scrive l'agenzia Onu con sede a Roma, "ci ricorda ancora una volta quanto sia importante che i pesticidi altamente tossici vengano ritirati dai mercati dei paesi in via di sviluppo".
Il monocrotophos é un pesticida organofosforico  considerato ad alto rischio dalla FAO e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L'esperienza in diversi paesi in via di sviluppo mostra come la diffusione e l'utilizzo di tali prodotti metta spesso a rischio la salute delle persone o l'ambiente.
L'incidente in Bihar sottolinea ancora una volta quanto lo stoccaggio adeguato dei pesticidi e lo smaltimento sicuro dei loro contenitori siano fattori altrettanto importanti quanto gli elementi più propriamente legati al lavoro nei campi, come l'utilizzo di maschere e indumenti protettivi adatti. L'intero ciclo di distribuzione e smaltimento di pesticidi pericolosi comporta rischi considerevoli e le misure di salvaguardia sono difficili da applicare in diversi paesi.   
Tra varie organizzazioni internazionali, tra le quali la FAO, l'OMS e la Banca Mondiale, è opinione condivisa che i prodotti ad alto rischio non dovrebbero essere messi a disposizione dei piccoli produttori agricoli poiché questi non hanno conoscenze, polverizzatori, indumenti protettivi o spazi per lo stoccaggio adeguati per gestire in modo appropriato tali prodotti.
La FAO pertanto raccomanda che i paesi in via di sviluppo accelerino il ritiro dei pesticidi ad alto rischio dai loro mercati.
Alternative non chimiche e meno tossiche esistono già e in molti casi tecniche di Gestione Integrata delle Infestazioni (IPM l'acronimo inglese ndt) possono fornire alternative valide per fare fronte alle infestazioni in modo più sostenibile e con minor utilizzo di pesticidi.
Il Codice di Condotta Internazionale per la Gestione dei Pesticidi, adottato dai paesi membri della FAO, stabilisce linee guida di comportamento volontarie per tutti i soggetti, privati e pubblici, coinvolti nella gestione di pesticidi. Il codice viene ampiamente riconosciuto come punto di riferimento per la gestione responsabile dei pesticidi.
Il Codice afferma che l'importazione, la distribuzione, la vendita e l'acquisto di pesticidi ad alto rischio possano essere proibiti qualora venga stabilito, a seguito di adeguati controlli, che le misure per la riduzione dei rischi o le pratiche di commercializzazione non sono sufficienti a garantire che il prodotto venga maneggiato senza porre inaccettabili rischi per gli esseri umani e l'ambiente.
Per quanto riguarda il monocrotophos, molti governi sono giunti alla conclusione che la sua proibizione sia l'unica opzione efficace per prevenire danni a persone e all'ambiente.
Questo pesticida è già proibito in Australia, Cina, Unione Europea, Stati Uniti e in molti paesi dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina.