Il Governo italiano vince le timidezze e adotta d'urgenza un provvedimento contro il mais ogm di Monsanto

C’è chi, come l’Associazione italiana per l’agricoltura biologica, l’ha definito un “risveglio dal lungo letargo” e chi, come Slow Food Italia, un “atto estremamente importante”. Stiamo parlando del “divieto per decreto” al mais ogm Mon 810, prodotto dalla multinazionale Monsanto. L’ha imposto il Governo italiano, attraverso un provvedimento che reca in calce le firme dei titolari dei ministeri dell’Ambiente, delle Politiche agricole e della Salute. Scelta obbligata, vista la fuga in avanti di un coltivatore friulano, che nelle more di un passo netto dell’esecutivo, ha optato per la semina della stessa tipologia del mais oggetto del decreto.

Da Pordenone, Giorgio Fidenato -l’imprenditore che ha sfidato le istituzioni seminando Mon 810 allo slogan “Ogm? Sì”- ha dichiarato che “questo decreto è strumentale e non avrà vita facile”.

Il fronte a favore della biodiversità nei campi vede sulla stessa linea Parlamento, Regioni e, appunto, Governo. Al quale Aiab, tra gli altri, chiede da tempo di fare propria la clausola di salvaguardia in sedi europee -non così ostili al Mon 810- per vietare le coltivazioni. L’hanno già fatto Francia, Lussemburgo, Ungheria, Grecia, Polonia, Austria Bulgaria e Germania. Sul versante opposto è la Spagna, che ne sostiene la produzione asservendo per questo 116mila ettari di terreno. Complessivamente, a partire dai 61,8 milioni di ettari coltivati nel mondo nel 2002, la “crescita del biotech” ha fatto registrare nel 2012 quota 170 milioni di ettari.

A guidare la classifica, gli Stati Uniti (69,5 milioni di ettari per soia, mais, cotone, colza, zucca, papaia, barbabietole e erba medica), il Brasile (36,6 milioni di ettari per soia, mais, cotone), l’Argentina (23,9 milioni di ettari per soia, mais, cotone), il Canada (11,6 milioni di ettari per soia, mais, colza, barbabietole da zucchero), India (10,8 milioni per cotone) e Cina (4 milioni di ettari per cotone, pomodoro, pioppo, petunia, papaia e peperoni dolci).