In Austria, attualmente, sono oltre 1950 i prodotti alimentari nazionali contrassegnati dal marchio di controllo "prodotto senza Ogm". Tale etichetta, creata a seguito di un referendum sull'ingegneria genetica verde tenutosi nel 1997, si e' ormai imposta come standard del settore.

“In vista della tanto auspicata armonizzazione europea del sistema di etichettatura per i prodotti alimentari privi di Ogm, ci si augura che l'esperienza austriaca riesca a farsi strada a livello europeo”, ha spiegato Florian Faber, Ceo di Arge Gentechnikfrei (Piattaforma per i prodotti liberi da Ogm). Come ha inoltre rivelato Andreas Heissenberger, esperto dell'Agenzia federale per l'ambiente (Uba) “il confronto con le norme di etichettatura in vigore in Germania, Francia e Alto Adige che è stato eseguito dalla stessa agenzia, ha mostrato come in Austria le disposizioni in materia siano piu' dettagliate e i controlli più  accurati”. Tale marchio contrassegna l'intera produzione di latte, uova fresche e pollame da ingrasso, ma è impiegato solo parzialmente per la produzione di carne, soprattutto quella di maiale. L'Austria importa 600.000 tonnellate di farina di soia geneticamente modificata che vengono utilizzate per la produzione di mangimi per animali da ingrasso. Secondo il bioeticista Erwin Lengauer dell'Universita' di Scienze Agrarie (Boku), a rendere difficile una possibile inversione di tendenza sarebbero gli stessi consumatori, che richiedono per lo più carne a basso prezzo.
Sono state tuttavia avviate alcune iniziative per ridurre l'impiego di foraggi proteici contenenti Ogm, tra cui il progetto “Donau Soja”  per la produzione di soia biologica nel bacino del Danubio, in cui sono coinvolti 16 Paesi europei, che punta a limitare la dipendenza dalle importazioni d'oltremare. Si stima che la conversione alla produzione di mangimi liberi da Ogm avra' un costo di 24 milioni di euro.