Doveva contribuire ad incrinare il ricorso alle fonti fossili ma le ricadute che comporta -sociali, ambientali ed economiche- ne dimostrano la debolezza. E’ il miraggio chiamato biocombustibile, strumento che l’Unione Europea vorrebbe impiegare per raggiungere ,entro il 2020, il 10% dei consumi nel settore dei trasporti attraverso energie “rinnovabili”.

Secondo l’organizzazione internazionale indipendente “ActionAid”, la politica europea in materia sta però mettendo a rischio la sicurezza alimentare e l’accesso alla terra nei Paesi più in difficoltà. L’ha messo nero su bianco all’interno del rapporto “Il pieno che lascia a secco i poveri”.

Premesso che questo “pieno” ha rispettivamente contribuito alla crisi dei prezzi del 2007-2008 -fino al 70% il suo “peso” a riguardo secondo la Banca Mondiale- e caratterizzato la progressiva sottrazione di terra (land grabbing) per esempio nell’Africa Sub-Sahariana -considerando che la metà dei 70,9 milioni di ettari di terreni acquistati negli ultimi dieci anni da investitori nazionali o internazionali risponde proprio alla produzione di biocarburanti-, “ActionAid” stima tra 27 e 56 milioni le tonnellate di Co2 emesse in più a causa delle materie prime impiegate per la produzione del biofuel. Delle 70 pagine del rapporto, buona parte è dedicata agli investimenti per l’acquisizione di terre sostenuti da imprese italiane, in particolare in Senegal.

Sei imprese che, dal 2008, avrebbero rilevato superficie agricola del Paese africano estesa tanto quanto la Provincia di Milano per la coltivazione di jatropha, salvo una per i semi di girasole. Tozzi Renewable Energy Spa, Tampieri Financial Group e Abe Italia Srl, Nuove Iniziative Industriali Srl, Società Bulloneria Europea Spa, Comune di Correggio (En. Cor Srl) ed una rimasta sconosciuta, avrebbero compiuto ingenti investimenti pregiudicati però da “forti limiti” sia dal punto di vista agricolo (produzione intensiva), sia dal punto di vista del “processo attraverso il quale l’azienda investe sul territorio” (poche consultazioni e affitti a lungo termine). Contraddizioni che coinvolgono direttamente il Governo italiano, autore del Memorandum d’intesa con lo Stato senegalese a proposito di cooperazione. Documento dal quale sono derivati accordi natura commerciale ricadenti nel settore dei biocarburanti. Ed è il motivo per cui “ActionAid”, nel capitolo finale intitolato “raccomandazioni”, si rivolge anche e soprattutto al Governo.