Secondo una ricerca del Washington State University il latte bio contiene il 65% in più di acidi grassi omega-3 e riduce le malattie cardiovascolari

 

Il latte biologico è più ricco di omega-3 -categoria di acidi grassi che si ritiene possa aiutare a prevenire infarti e ictus- rispetto al latte intero convenzionale, e contribuisce quindi a prevenire le malattie cardiovascolari. Lo dimostra uno studio condotto da un team di ricercatori del Csanr - Centro per il sostegno dell’agricoltura e delle risorse naturali (www.csanr.wsu.edu) del Washington State University, guidato da Charles Benbrook e pubblicato su Plos one, organizzazione internazionale che accoglie relazioni sulla ricerche scientifiche (www.plosone.org/article/info:doi/10.1371/journal.pone.0082429).

Lo studio è stato finanziato da Organic Valley (www.organicvalley.coop), cooperativa americana di produttori biologici che, come si legge su www.ilfattoalimentare.it, ha investito nella ricerca 45mila dollari per i test necessari alla ricerca, condotta sul latte biologico di agricoltori membri della Cooperative Regions of Organic Producer Pools (CROPP), che commercializza appunto con il marchio Organic Valley. L’Università di Washington ha invece sostenuto la ricerca con un finanziamento pari a 90mila dollari.

In 18 mesi, i ricercatori hanno confrontato 384 campioni dei due tipi di latte, per analizzarne il contenuto degli acidi grassi: il risultato cui sono giunti è che il latte biologico, rispetto a quello convenzionale, contiene una quantità maggiore (il 65% in più) di omega-3 e il 25% in meno di omega-6, altra categoria di  acidi grassi di cui sono ricchi alimenti come le noci, gli oli vegetali e i cibi venduti nei fast food.

Il valore ideale, nel rapporto tra omega-3 e omega-6, dovrebbe essere di 2,3 a 1, mentre nella dieta occidentale è compreso tra 10 e 15 a 1; nel latte biologico, secondo lo studio, il rapporto tra i due acidi grassi è di 2,28, in quello convenzionale è di 5,77.

Nella relazione si legge inoltre che una donna occidentale assume, in media, alimenti in cui il rapporto tra omega-3 e omega-6 è pari a 11,3. Il 40% dei 9 punti necessari per raggiungere il valore ideale può essere ridotto, secondo i ricercatori, aumentando le razioni giornaliere di latte e prodotti caseari da 3 a 4,5 –ammesso che siano biologici e ricchi di grassi. Inoltre, se le donne occidentali rinunciassero ogni giorno a qualche alimento ricco di omega-6, il valore potrebbe scendere a 4 punti.

Dopo aver confrontato il latte biologico con il pesce, uno degli alimenti con il più alto contenuto di omega-3, i ricercatori hanno dimostrato che bevendo ogni giorno la quantità consigliata di latte bio, ovvero 3 tazze, si assume una quantità maggiore di omega-3 di quella contenuta nelle razioni di pesce previste dalle tabelle nutrizionali. Inoltre, se il latte convenzionale contiene, a parità di peso, una quantità di omega-3 nove volte superiore a quella del pesce, il latte biologico raggiunge quota 14.

Il motivo per cui questo tipo di latte è così ricco di omega-3 dipende, secondo i ricercatori, dal modo in cui sono allevati e nutriti i bovini che lo producono: pascolano all’aperto e assumono erba e foraggi non trattati, al contrario di quelli da cui viene prodotto latte convenzionale, che vivono al chiuso e assumono miscele preparate ad hoc. Come si legge infatti sul sito del Csanr, “numerose ricerche hanno dimostrato che l'erba e i foraggi di leguminose contribuiscono a preservare la salute della mucca e migliorano il profilo di acidi grassi nei prodotti lattiero-caseari biologici”.

Anche se il latte convenzionale e quello biologico presentano un rapporto tra omega-3 e omega-6 diverso –e la ricerca del Csanr lo dimostra- molti esperti non ritengono però necessaria la riduzione degli omega-6: come si legge sul Fatto Alimentare, secondo Walter Willet della Harvard School of Public Health, questo tipo di acidi grassi non è nocivo e gli omega-3 non contribuiscono a prevenire le malattie cardiovasolari.

L’Organic Industry Survey, della Organic Trade Association (www.ota.com), associazione delle aziende biologiche del Nord America, stima che la vendita dei prodotti lattiero-caseari negli Stati Uniti ha prodotto nel 2013 un valore economico pari 29 miliardi dollari nel settore alimentare biologico. Inoltre, secondo il Milk Processor Education Program (www.connect.data.com/company/view/jP90o5yyrlpujVnkV6hC1Q/milk-processor-education-program-milkpep), società del settore Servizi per le aziende, sempre in Usa, il latte biologico ha costituito il 4% delle vendite di latte fluido nel 2012.