La Commissione europea chiude la strada alla libera circolazione delle sementi. A farne le spese, la sovranità alimentare

I semi tornano in Europa, ma non in libertà. La Commissione europea, infatti, non ha la minima intenzione di riconoscergli il valore della diffusione senza filtri, brevetti o controlli burocratici, costringendoli a restare imbrigliati nelle maglie definite dalla nuova Plant Reproductive Material Law. "Un incredibile regalo ai brevetti e ai titoli di proprietà dell’industria agroalimentare", il fermo giudizio del Coordinamento Europeo Via Campesina. Esito, quello dell'iter legislativo che ha portato all'adozione della proposta di legge, che si discosta non poco dalla linea tenuta nella competente Commissione, che indicava come improrogabile una semplificazione della selva normativa e la protezione della varietà e della biodiversità.

Pugno di ferro verso lo scambio e la condivisione, delicate carezze alla commercializzazione delle piante brevettate. Tradotto: omologazione indistinta della produzione, con scivolamento deciso verso il cratere chiamato Ogm.

I Paesi membri, inoltre, incaricati di controllare la filiera, potranno fornire direttamente al mercato la lista di tutti i produttori che usano sementi autoprodotte, andando così a comporre -ed è un inedito- una sorta di lista degli agricoltori.

"Obbligandoci a pagare dei costi di registrazione, di controllo o delle royalties inavvicinabili, si cerca di costringerci ad acquistare le sementi dell’industria, con la dipendenza che queste ultime rappresentano e la loro sfilza di prodotti chimici e fitosanitari. Questo diventerà semplicemente impossibile per il cittadino che vuole mangiare in modo sano.”, ha aggiunto ad Aiab Guy Kastler, responsabile per conto dell'ECVC.

Ragioni per le quali il Coordinamento Europeo Via Campesina ha nuovamente avanzato al Parlamento e al Consiglio europeo la richiesta di modifica della proposta di legge, per favorire lo scambio dei semi, contrastare le sementi brevettate e la svendita della varietà alle mere logiche di mercato. Dove poche multinazionali potranno seminare, a loro insindacabile piacimento, prodotti brevettati. Nelle loro mani, come la sovranità alimentare.

Domani [11 maggio] è la volta del 14esimo Festival dello scambio delle sementi a Peliti, presso la municipalità di Paranesti, in Grecia. Qui, dal 1999, accorrono da tutto il mondo contadini e agricoltori, curiosi e neofiti, per dar forma alla resistenza contro i brevetti. Facendo una cosa molto semplice: trasmettersi conoscenza, stringere legami, coltivare relazioni. L'anno scorso andò a fargli visita il mensile Altreconomia, ecco il resoconto.