Secondo l'organizzazione WDM cinque grandi istituti di credito avrebbero ricavato 2,2 miliardi di dollari, tra il 2010 e il 2012, dalla speculazione finanziaria sugli alimenti

Da un lato si mangia, dall’altro si muore di fame. Perché la speculazione finanziaria sugli alimenti fatta da alcune grandi banche alza il prezzo del cibo e quindi il numero di persone che soffrono la fame. È quanto denuncia World development movement (WDM- www.wdm.org.uk), organizzazione inglese che si batte per la giustizia economica e contro la povertà nel mondo. Secondo WDM, tra il 2010 e il 2012, cinque banche in particolare avrebbero ricavato 2,2 miliardi di dollari grazie alla speculazione su alimenti di base tra cui mais, grano e soia, causando l’oscillazione dei prezzi alimentari: Goldman Sachs, Barclays, Deutsche Bank, JP Morgan e Morgan Stanley. Fra questi 5 istituti di credito, secondo la WDM, la sola Barclays guadagna 340 milioni di dollari l’anno. L’organizzazione stima inoltre che, nel solo 2012, queste banche avrebbero accumulato 640 milioni di dollari. Secondo le stime degli attivisti, solo negli ultimi 6 mesi del 2010 44 milioni di persone sarebbero entrate in condizioni di estrema povertà a causa del rialzo dei prezzi del cibo, causato proprio dalla “pratica immorale” di questi istituti.

I dati sono stati diffusi dalla campagna “Stop bankers betting on food” (wdm.org.uk/food-speculation), con cui gli attivisti chiedono al governo britannico interventi immediati per fermare la speculazione alimentare.

Come ha affermato Nick Dearden, direttore del WDM, “la nostra organizzazione continua a fare pressione sul governo britannico per regolamentare la speculazione alimentare, ma il nostro sforzo rischia di essere indebolito a causa dell’opposizione del governo britannico”.

Per denunciare la situazione, WDM ha redatto due rapporti: il primo, The great hunger lottery (www.wdm.org.uk/food-speculation/great-hunger-lottery), illustra le modalità e le conseguenze di questa pratica, mentre il secondo, Broken markets (www.wdm.org.uk/stop-bankers-betting-food/broken-markets-how-financial-regulation-can-prevent-food-crisis), fornisce una spiegazione più tecnica di come la speculazione finanziaria provochi un rialzo dei prezzi alimentari.

Negli Stati Uniti, invece, grazie alla campagna americana “Stop gambling on hunger”, la regolamentazione della speculazione alimentare è stata inclusa nella legge Dodd-Frank nel 2010. Tuttavia, si legge sul sito di WDM, “Wall Street esercita forti pressioni per ostacolare l'attuazione dei nuovi regolamenti e per questo motivo la campagna degli Stati Uniti deve affrontare una nuova lotta. Un’efficace regolamentazione in Europa potrebbe aiutare i nostri alleati americani a superare questo ultimo ostacolo”.

La campagna “Stop bankers betting on food” è sostenuta, oltre che dal WDM, anche dal movimento tedesco World Economy, Ecology and Development, da Corporate Europe Observatory, che ha sede in Belgio, e dall’Institute for Agriculture and Trade Policy degli Stati Uniti. Alla campagna hanno anche aderito più di 100 organizzazioni della società civile –fra quelle italiane, anche l’Associazione di promozione sociale ARCI- e circa 450 economisti provenienti da 40 Paesi.