La titolare dell'Agricoltura prende posizione, mentre Salute e Ambiente appaiono più timidi. Le ragioni di chi si oppone alle colture modificate

"Farò un decreto a tre firme per vietare la coltivazione di Ogm in Italia". In un'intervista al Corriere della Sera, il ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, ha ribadito la contrarietà del suo dicastero alle coltivazioni geneticamente modificate.

Un'iniziativa, quella riportata sul quotidiano di via Solferino, che ha fatto seguito alla semina di un imprenditore agricolo friulano di Pordenone del mais Mon 810, riconosciuto e autorizzato dall'Europa ma non dal nostro Paese. Le associazioni che da sempre si oppongono all'alterazione Ogm, tra le quali in prima fila l'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica (che quest'anno festeggia 25 anni), hanno perciò richiesto al governo di avviare la procedura che preveda l'ok di Bruxelles alla clausola di salvaguardia, dotata del potere di vietare a livello nazionale le piantagioni omologhe a quella di Giorgio Fidenato, l'interessato. Le parole del ministro De Girolamo sono state ancor più nette: "La nostra è un'agricoltura d'eccellenza, sana e pulita. L'immagine nel mondo non va sporcata. Non è un atteggiamento pregiudiziale".

Insieme a lei, oltre al cofirmatario potenziale Andrea Orlando -ministro dell'Ambiente-, dovrebbe esserci anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Quest'ultima è intervenuta nel dibattito in maniera più timida della collega all'Agricoltura, preconizzando l'eventuale intervento d'impugnazione della Corte di Giustizia dell'Ue, potenzialmente contraria a moti "resistenti" dei Paesi membri. Non si è fatta attendere la nota di Aiab, che ha ricordato a Lorenzin come "i margini legali di manovra sono indicati dalla legislazione comunitaria e le carte sono già pronte. Ora serve la volontà politica e il concerto tra Ministeri. Non si aspetti un minuto di più”.